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Recensione "Venuto al mondo"

Titolo: Venuto al mondo.
Autore: Margaret Mazzantini.
Voto: 5/5

                        RECENSIONE: 
Buon pomeriggio a tutti lettori.
Volevo parlarvi di questo libro finito circa 2 giorni fa.
Volevo iniziare a farvi un breve riassunto della storia e poi esprimere la mia opinione.
Buona lettura.

Un romanzo molto avvincente e duro. Basato sopratutto su un amore che voleva esplodere anche in mezzo alla guerra.

I protagonisti sono molteplici: la mamma Gemma,suo marito Diego e il figlio Pietro.
Inizialmente la donna sposò un uomo,ma a pochi mesi dal matrimonio divorziarono. Così,studiando e dovendo preparare la tesi di laurea decise di andare a Sarajevo per conoscere un po' di storia in prima persona e parlarne nella tesi. Qui incontrò Goijo,una ragazzo che decise di far fare un giro a Gemma per le strade di Sarajevo. Nel frattempo conobbero un altro ragazzo,Diego.
Tra Gemma e costui si instaurò subito un bellissimo rapporto,così poi decisero di ritornare in Italia insieme.
I due iniziarono a frequentarsi e si innamorarono. Vollero mettere su famiglia,ma nonostante i numerosi tentativi il bambino tanto desiderato non arrivava mai. Allora chiesero aiuto e si scoprì che Gemma non poteva avere figli,anche se li desiderava tanto.
Dopo queste notizie il rapporto tra i due cambiò,a malapena si parlavano.
Così,un bel giorno,decisero di ritornare a Sarajevo,dopo le numerose ricerche sulla banca del seme. Qui sapevano che c'erano donne in grado di portare in grembo un bambino e partorirlo. Praticamente si affittava l'utero di un'altra donna.
Gemma e Diego incontrarono di nuovo Goijo e fu come la prima volta.
Alla fine l'amico presenta ai due una ragazza di nome Aska. Lei era disposta a partorire il figlio al posto di Gemma,in cambio di soldi.
Nel frattempo Sarajevo si trovò a fare i conti con la guerra e pian piano venne distrutta e rasa al suolo.
Gemma decise di andarsene,ma il marito essendo un fotografo volle rimanere lì a fotografare quelle forti immagini di guerra.
Pochi mesi dopo la moglie riparte per Sarajevo e scopre che Aska era incinta e Diego si prese molto cura di lei.
Quando Aska partorì,in un ospedale ormai distrutto dalla guerra e con le granate che sparavano a fianco,volle che quel bambino fosse portato via.
Il neonato,Pietro,cercò di sfuggire di nuovo a quella guerra con la madre e il padre. Ma ahimè Diego fu costretto a rimanere lì per la perdita del passaporto.
Così Gemma si ritrovò sola con questo bambino non suo,ma avuto secondo lei,dal rapporto tra Aska e il marito Diego.
Fu molto sperduta quando tornò in Italia e menomale incontrò un agente di polizia che poi divenne il suo compagno di vita.
Ma l'autrice spiazza il lettore con un colpo di scena finale. Durante tutto questo racconto Gemma e il figlio ormai adolescente partirono per Sarajevo poiché si teneva la mostra delle fotografie di Diego. Pietro non conobbe mai Diego e infatti non lo considera nemmeno il padre,ma durante tutto questo viaggio e durante tutto il racconto iniziò ad affezionarsi e lo chiamò per la prima volta Papá,anche se ormai morto.

In questo romanzo l'autrice è stata molto precisa a descrivere i piccoli particolari e a descrivere a pieno la storia.
Vuole sottolineare che il mondo senza i figli sarebbe noioso e che il destino è nelle loro mani.
Vuole anche spiegare il fatto che è difficile tenere a bada un ragazzo adolescente che è pieno di se e se ne frega del mondo.
Pietro è figlio della guerra. Non è figlio di nessuno.
La storia è molto profonda e il colpo di scena finale ti fa ben capire che cosa successe durante tutto quel periodo di guerra.
Un romanzo da leggere assolutamente e molto consigliato da me e da tante altre persone.
Il voto che ho dato è stato 5/5.
Invito a leggerlo senza farvi spaventare dalle tante pagine poiché la storia è molto scorrevole e semplice.



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